" In una ala inaccessibile della caverna, c'è l'impronta di un bambino di otto anni accanto alle orme di un lupo. Che un lupo affamato stesse inseguendo il bimbo? Che stessero camminando insieme amichevolmente? O che le loro orme fossero distanziate da migliaia di anni? Non lo sapremo mai."
Presso Vallon-Pont-d'Arc, Francia, un team di paleontologi esploratori scoprono nel 1994 una grotta contenente i più antichi dipinti mai realizzati dall'uomo, datati 32,000 avanti Cristo, sconvolgendo le più consolidate teorie evoluzionistiche e ogni concezione sulla società, i riti funebro-religiosi e dello sviluppo umano. Herzog, con il suo momumentale senso di avventura e ricerca dell'incredibile, riesce ad ottenere il permesso di riprendere, primo e probabilmente ultimo nella storia, gli interni magnifici, mozzafiato, incredibile e sconvolgenti della grotta , utilizzando una telecamera in 3D di sua fabbricazione. Affida la musica all'egeliche note di Ernst Reijseger, e si tuffa in un portale del tempo dove tutto pare fermato, pare immobile, pare infinito.
Tra le riprese di Herzog, vediamo passo per passo i dipinti di questi artisti millenari, i quali utilizzavano non solo tecniche di sfumato (ideate da Leonardo da Vinci 31,500 anni dopo), ma addirittura tecniche proto-cinematografiche, con animali estremamente realistici che paiono muoversi, dipinti con diverse gambe come ad indicarne la corsa. Per terra, Herzog ci indica le impronta di un lupo prestorico, ed accanto ad esse quelle di un bambino: che si distanziassero di migliaia di anni, che l'una precede l'altra di ere, oppure no, che camminassero insieme, uno a fianco a l'altro, rimanendo impressi per sempre sul granito ed i fossili? Ma ecco altre immagini, scene di corsa di cavalli indescrivibili, così perfette, così realistiche da sembrare finte: di certo uno penserebbe ad un abile scherzo, se non fossero rivestite da strati di calcare e cristalli innegabilmente di decine di milliaia di anni.
Herzog però non si limita a mostrare le magie, oscure ed incomprensibili della caverna, intervista gli stessi studiosi, i quali confessano che la bellezza, l'energia spirituale di quel luogo li ha spesso obbligati a doversi allontanare dalla grotta, temendo di non riuscire a sopportare ulteriormente l'emozione- addirittura, a volte si sentivano come stessero sconsacrando un luogo fin troppo sacro, troppo importante, troppo perfetto. Tale è l'effetto nello spettatore, tale è l'incompresa concezione di quel senso temporale, quel senso spirituale che avvolge la caverna e la sua storia- 32,000 anni in silenzio, milleni dietro le mura di una grotta avvolta nel mistero, avvolta nel senso dei suoi dipinti, nel mistero dei suoi visitatori e artisti. In un era dove tutto è immediato e vago,fragile e temporale, il peso del tempo si sgretola nell'imcomprensione.
JM Sz
Nessun commento:
Posta un commento