giovedì 22 novembre 2012

LOOPER (2012), un film di RIAN JOHNSON




Nel 2042 giovani assassini chiamati Loopers sono assoldati con un particolare compito: a 30 anni nel futuro dalla loro era, sarà inventato un marchingegno che permetterà di viaggiare nel tempo. benché la macchina venga immediatamente resa illegale, verrà utilizzata clandestinamente dalla Mala per spedire indietro nel tempo persone 'scomode' di cui nel loro futuro è impossibile 'disfarsi'. Dunque i Loopers, ad una determinata ora in un determinato posto, ricevono la loro vittima 'spazio-temporale', la giustiziano, fanno sparire il loro corpo ed intascano la ricompensa in piastre d'argento legate sulla schiena delle vittime. Alla fine del proprio servizio, i Loopers ricevono un'ultima vittima: il proprio se stesso invecchiato di 30 anni da giustiziare, così da 'chiudere il cerchio'.

Ho qui descritto i primi 5 minuti del film, più o meno con le parole del protagonista stesso. Da questo momento in poi, veniamo trasportati, coinvolti ed immersi in un futuro strano, violento eppure profondo, dove il protagonista, recitato contemporaneamente da Bruce Wills e Gordon-Levitt, cerca, mosso da ideali che si sono storpiati in 30 anni di vita, di ritrovare l'ordine delle proprie (future e presenti) vite, squilibrate dal misterioso Rainmaker, l'invisibile capo della organizzazione della Mala.

Sommerso da clamorose citazioni come Terminator, L'Esercito delle Dodici Scimmie e addirittura Akira, Looper non smette mai di stupire, coinvolgere, rendere la vita, presente e futura, preziosa quanto mai, dove ogni personaggio risulta intrigante, mosso da sentimenti, mosso da un destino, che ad ogni attimo si storpia in un futuro incerto, in una ricerca di ideali, di un destino, di una speranza, di una conclusione. 


In uscita il 31 Gennaio 2013


JM Sz

sabato 10 novembre 2012

WERNER HERZOG- un moderno profeta dell'Arte cinematografica



Nessun artista vivente della pellicola  ha avuto una carica energetica, poetica e passionale come quella del regista bavarese Werner Herzog. E questo non è azzardare, è minimizzare.






Nato a Monaco di Baviera nel 1942, Herzog si è subito interessato al cinema, rubando, considerandolo un suo inscindibile diritto artistico, una videocamera dalla scuola di cinema locale. Ha cominciato poi a dirigere i suoi primi cortometraggi, i quali, non ricevendo alcun successo, lo hanno portato ad una disperata povertà, tanto da costringerlo ad emigrare in America, dove ha vissuto sotto i ponti di New York per diversi mesi. Contemporaneamente, a sua insaputa, i suoi lavori stavano ricevendo sempre più entusiasmo dai critici tedeschi, che lo rintracciarono e accolsero come promessa del nuovo cinema tedesco. Fu l'inizio della sua odissea artistica.

Herzog ha diretto un numero impressionante di lungometraggi, seguiti da quasi centinaia di cortometraggi, collaborazioni, documentari,nei quali si è ultimamente specializzato, diventandone maestro indiscusso: i suoi temi sono estremamente vari, eppure simili, folli e eccentrici come la sua persona. Ogni sua opera è un tentativo cinematografico nuovo, diverso, perfetto: dal film 'Cuore di Vetro' (1976) diretto sottoponendo gli attori principali a ipnosi, al più recente documentario 'Cave of Forgotten Dreams' (2010), diretto sperimentalmente in 3D nella caverna di Chauvet, dove sono racchiusi i dipinti più antichi mai scoperti, datati 32,000 anni fa.

Ma i suoi esperimenti cinematografici vanno oltre, si perdono nella sua stravagante filosofia, in contrasto con la  Natura(per lui sempre stata violenta, confusionale e bellissima) e l'umanità, con i suoi eccentrici membri: possiamo leggerne i dettagli più profondi nel suo diario personale pubblicato col titolo "La Conquista dell'Inutile", scritto tra il 1979 ed il 1981, anni in cui dirigeva uno dei suoi film più complicati e folli: Fitzcarraldo, dove, nella scena più famosa (ed essenziale nella contorta filosofia di Herzog), il protagonista (alter ego del regista) tenta in mezzo all'Amazzonia di far trasportare ad una tribù Indios una barca a vapore sopra una collina, così da guadare un fiume evitando le rapide. Herzog lo ha fatto, e se siete interessati potete guardarvi il meraviglioso documentario a riguardo intitolato 'The Burden Of Dreams', diretto da Les Blank, storico collega cinematografico di Herzog.

Leggendaria inoltre la collaborazione con l'eccentrico attore 'maledetto' Klaus Kinski, descritta vertiginosamente da Herzog stesso nel documentario Kinski, Il Mio Nemico Più Caro (1999), dedicato alla prematura morte dell'attore. I due si odiavamo, non riuscivano a sopportarsi, si sono addirittura minacciati ripetutamente di morte, eppure hanno collaborato, con Kinski stesso nel ruolo di protagonista (non avrebbe mai accettato un ruolo secondario), nella realizzazione dei suoi capolavori più conosciuti, come Aguirre, Furore di Dio e il sopracitato Fitzcarraldo. Collaboravano certi della loro estrema energia, e della quasi infinita inspirazione che ancora oggi inonda questo regista, che assomiglia sempre di più, per le sue gesta e filosofia,ad una specie di moderno profeta dell'Arte.


       JM Sz

lunedì 5 novembre 2012

LOST IN TRANSLATION (2003). Un film di SOFIA COPPOLA





Bob e Charlotte si trovano, persi e confusi, in un grandissimo hotel di Tokyo. Vittime entrambi delle scelte di vita, stanchi da un'esistenza che hanno appena concluso, oppure, nel caso di Charlotte, di una appena iniziata, si ritrovano legati, attratti, amici, e forse, addirittura, innamorati. Forse.

Una piccola commedia d'amore lenta, dove l'inespresso conta più di ciò che viene detto, dove una piccola, timida carezza, pare più erotica di qualunque gesto sessuale visto sullo schermo. Dove delle parole perse, sospirate sottovoce, diventano rima di una vita, di una conclusione, di un addio.